Infertilità e meditazione

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Benessere
  • Commenti dell'articolo:0 commenti
  • Tempo di lettura:5 minuti di lettura

La diagnosi di infertilità e sterilità investe la persona e la coppia come un treno ad alta velocità dritto in faccia.  In questa situazione è facile perdere i proprio punti di riferimento, rendendo ancora più difficile prendere  decisioni. La meditazione aiuta a costruire uno spazio interiore, protetto e silenzioso, dove poter fare ordine  tra i pensieri e le emozioni. 

Infertilità: una crisi bio-psico-sociale

L’infertilità e la sterilità generano una vera e propria crisi bio-psico-sociale. Ci si sente tradite/i da un corpo  che si percepisce difettoso e si accusano tutti i sintomi correlati allo stress post diagnosi. Il sonno viene a  mancare, la digestione peggiora, memoria e concentrazione vengono meno e cala il livello di energia. Ci si  sente rotte/i, inadeguate/i, manchevoli. 

Questo aumenta l’intensità della tempesta emotiva che la diagnosi origina. Si sale su una vera e propria  montagna russa di emozioni, in cui si alternano e si mescolano rabbia, tristezza, frustrazione, vergogna, senso  di colpa e di ingiustizia… solo per fare alcuni esempi. 

Tutto questo incrina fortemente le relazioni affettive e sociali. Molto spesso ci si sente a disagio nel raccontare  ciò che si sta vivendo, temendo di non essere capiti o di fare pena. Questo silenzio pesa come un macigno,  sulla persona e sulla coppia, e rende più difficile accogliere l’annuncio delle gravidanze di amici e parenti. 

Aumenta così il rischio di isolarsi, di evitare occasioni in cui si potrebbe avere a che fare con bimbi e pancioni  e di sentirsi soli anche in mezzo agli altri. 

In questa situazione, prendere una decisione sui passi successivi da compiere può essere davvero un’impresa.  Come può la meditazione aiutare in questo senso? 

Mindfulness e meditazione

Prima di rispondere a questa domanda, credo che sia utile capire meglio cosa s’intende quando si parla di  meditazione e mindfulness. Innanzitutto, “ mindfulness” è un termine relativamente moderno che indica  qualcosa di molto antico. La mindfulness, infatti, deriva dalla meditazione Vipassana di tradizione buddhista  che vanta millenni di storia.  

All’inizio degli Anni ’80, il biologo americano Jon Kabat-Zinn ha inserito alcune pratiche di meditazione in un  protocollo standard (Mindfulness Based Stress Reduction, MBSR) pensato per aiutare le persone a gestire in  modo più efficace lo stress. Grazie a questa standardizzazione, i ricercatori hanno validato l’efficacia di questo  protocollo in più campi, da quello scolastico a quello aziendale, da quello clinico a quello sportivo. 

Al di là delle informazioni tecniche, credo che sia fondamentale mettere in luce ciò che la meditazione  permette di coltivare. Durante la pratica infatti, si allena la mente a restare focalizzata sul momento presente.  Quando ci si accorge che si sta pensando ad altro, si torna con ferma gentilezza all’oggetto della meditazione.  Questo può essere il nostro corpo, il respiro, un’immagine mentale… a seconda dell’esercizio che si sta  praticando.  

Le due parole chiave sono non giudizo e gentilezza. Giorno dopo giorno, con costanza e pazienza, ci si allena  ad accogliere la realtà esattamente per quello che è, senza giudicare ciò che si sente, si prova e si pensa. Per  fare questo è indispensabile mettere in campo la gentilezza, che non deve essere confusa con la cortesia o la  buona educazione. La gentilezza di cui parlo è un atteggiamento di ascolto e di apertura, un desiderio di  esserci e di stare, anche di fronte a ciò che si giudica inaccettabile. 

Infertilità e meditazione

Perché, dunque, praticare la meditazione può essere un valido aiuto per chi vive l’infertilità? Perché permette  di creare uno spazio interiore, che con il tempo diventa sempre più grande. In questo spazio, si ritrova il  silenzio e la calma che permettono di mettersi in ascolto di ciò che si sente e si desidera davvero.  

Quando si riceve la diagnosi di infertilità e sterilità, infatti, fioccano consigli e suggerimenti, sia da parte dei  medici che da parte di amici e parenti.  

Procreazione medicalmente assistita, adozione, ospedali pubblici o privati, prendersi del tempo, non perdere  tempo… quante possibilità si prospettano di fronte alla coppia! E quanto può essere difficile, per le ragioni di  cui ho parlato all’inizio di questo articolo, prendere una direzione che segua la propria bussola interiore. 

La meditazione, quindi, può essere un valido aiuto per ritrovare la calma e la centratura necessarie per  prendere delle decisioni che rispecchino realmente ciò che la persona e la coppia sentono essere giuste per  loro.  

Inoltre, la meditazione aiuta a guardarsi con occhi più obiettivi e gentili. Si lavora per non vedersi solo con un  utero vuoto, ma come una persona intera, unica e irripetibile. In questo atteggiamento trovano spazio anche  i pensieri che si giudicano più cattivi o le emozioni che si reputano più sbagliate. E molto spesso una volta che  tutto questo viene accolto e trova un posto, perde di potenza.  

In questo modo si riprende fiato, si trova maggiore stabilità e si riattivano le risorse psicofisiche che servono  per affrontare questa grande sfida.  

Rispondi