La diagnosi di infertilità e sterilità investe la persona e la coppia come un treno ad alta velocità dritto in faccia. In questa situazione è facile perdere i proprio punti di riferimento, rendendo ancora più difficile prendere decisioni. La meditazione aiuta a costruire uno spazio interiore, protetto e silenzioso, dove poter fare ordine tra i pensieri e le emozioni.
Infertilità: una crisi bio-psico-sociale
L’infertilità e la sterilità generano una vera e propria crisi bio-psico-sociale. Ci si sente tradite/i da un corpo che si percepisce difettoso e si accusano tutti i sintomi correlati allo stress post diagnosi. Il sonno viene a mancare, la digestione peggiora, memoria e concentrazione vengono meno e cala il livello di energia. Ci si sente rotte/i, inadeguate/i, manchevoli.
Questo aumenta l’intensità della tempesta emotiva che la diagnosi origina. Si sale su una vera e propria montagna russa di emozioni, in cui si alternano e si mescolano rabbia, tristezza, frustrazione, vergogna, senso di colpa e di ingiustizia… solo per fare alcuni esempi.
Tutto questo incrina fortemente le relazioni affettive e sociali. Molto spesso ci si sente a disagio nel raccontare ciò che si sta vivendo, temendo di non essere capiti o di fare pena. Questo silenzio pesa come un macigno, sulla persona e sulla coppia, e rende più difficile accogliere l’annuncio delle gravidanze di amici e parenti.
Aumenta così il rischio di isolarsi, di evitare occasioni in cui si potrebbe avere a che fare con bimbi e pancioni e di sentirsi soli anche in mezzo agli altri.
In questa situazione, prendere una decisione sui passi successivi da compiere può essere davvero un’impresa. Come può la meditazione aiutare in questo senso?
Mindfulness e meditazione
Prima di rispondere a questa domanda, credo che sia utile capire meglio cosa s’intende quando si parla di meditazione e mindfulness. Innanzitutto, “ mindfulness” è un termine relativamente moderno che indica qualcosa di molto antico. La mindfulness, infatti, deriva dalla meditazione Vipassana di tradizione buddhista che vanta millenni di storia.
All’inizio degli Anni ’80, il biologo americano Jon Kabat-Zinn ha inserito alcune pratiche di meditazione in un protocollo standard (Mindfulness Based Stress Reduction, MBSR) pensato per aiutare le persone a gestire in modo più efficace lo stress. Grazie a questa standardizzazione, i ricercatori hanno validato l’efficacia di questo protocollo in più campi, da quello scolastico a quello aziendale, da quello clinico a quello sportivo.
Al di là delle informazioni tecniche, credo che sia fondamentale mettere in luce ciò che la meditazione permette di coltivare. Durante la pratica infatti, si allena la mente a restare focalizzata sul momento presente. Quando ci si accorge che si sta pensando ad altro, si torna con ferma gentilezza all’oggetto della meditazione. Questo può essere il nostro corpo, il respiro, un’immagine mentale… a seconda dell’esercizio che si sta praticando.
Le due parole chiave sono non giudizo e gentilezza. Giorno dopo giorno, con costanza e pazienza, ci si allena ad accogliere la realtà esattamente per quello che è, senza giudicare ciò che si sente, si prova e si pensa. Per fare questo è indispensabile mettere in campo la gentilezza, che non deve essere confusa con la cortesia o la buona educazione. La gentilezza di cui parlo è un atteggiamento di ascolto e di apertura, un desiderio di esserci e di stare, anche di fronte a ciò che si giudica inaccettabile.
Infertilità e meditazione
Perché, dunque, praticare la meditazione può essere un valido aiuto per chi vive l’infertilità? Perché permette di creare uno spazio interiore, che con il tempo diventa sempre più grande. In questo spazio, si ritrova il silenzio e la calma che permettono di mettersi in ascolto di ciò che si sente e si desidera davvero.
Quando si riceve la diagnosi di infertilità e sterilità, infatti, fioccano consigli e suggerimenti, sia da parte dei medici che da parte di amici e parenti.
Procreazione medicalmente assistita, adozione, ospedali pubblici o privati, prendersi del tempo, non perdere tempo… quante possibilità si prospettano di fronte alla coppia! E quanto può essere difficile, per le ragioni di cui ho parlato all’inizio di questo articolo, prendere una direzione che segua la propria bussola interiore.
La meditazione, quindi, può essere un valido aiuto per ritrovare la calma e la centratura necessarie per prendere delle decisioni che rispecchino realmente ciò che la persona e la coppia sentono essere giuste per loro.
Inoltre, la meditazione aiuta a guardarsi con occhi più obiettivi e gentili. Si lavora per non vedersi solo con un utero vuoto, ma come una persona intera, unica e irripetibile. In questo atteggiamento trovano spazio anche i pensieri che si giudicano più cattivi o le emozioni che si reputano più sbagliate. E molto spesso una volta che tutto questo viene accolto e trova un posto, perde di potenza.
In questo modo si riprende fiato, si trova maggiore stabilità e si riattivano le risorse psicofisiche che servono per affrontare questa grande sfida.